Biomedical

FAQ

Finalmente online le risposte di Biomedical alle domande più frequenti sull’azienda e suoi prodotti. Questa sezione è al servizio dei clienti e di tutti gli operatori del settore.

Perché Biomedical ha inserito nella sua linea di prodotti un ago nella versione non pre-assemblata (cod. BI)?

Negli aghi da aspirazione iliaco-sternale, vi è una parte in plastica staccabile dal manico che si avvita su di una ghiera filettata e centimetrata per permettere di modificare la lunghezza della cannula che deve entrare nel paziente. Questa parte in plastica può essere rimossa totalmente dal manico permettendo di ottenere la massima lunghezza possibile di cannula libera.
Tuttavia, la ghiera filettata assemblata al manico, occupa parte della lunghezza di cannula libera.
Ecco perché Biomedical ha scelto di vendere tale ago anche nella versione da assemblare (cod. BI).
Qualora il medico abbia bisogno di una cannula della lunghezza massima, potrà non assemblare la ghiera al manico, ma rimuoverla del tutto ed utilizzare l’ago.
Altrimenti, potrà semplicemente procedere all’assemblaggio (con un semplice click).
Esiste tuttavia, la versione pre-assemblata (cod.BIP) .

Scopri i vantaggi dell’ago BI e della versione pre-assemblata BIP.

Le versioni di aghi con manico anatomico (cod. BIL e BILE) sono pre-assemblate o da assemblare?

Sono da assemblare. Tuttavia, su richiesta, Biomedical fornisce questo tipo di ago anche nella versione pre-assemblata.

Vai alla scheda prodotto di BIL e BILE

 

Qual è la differenza tra un’aspirazione osteo-midollare e un espianto di midollo e quale ago si utilizza?

Per aspirazione osteo-midollare si intende un esame medico  a scopo diagnostico che consiste nel prelievo di midollo osseo da analizzare in laboratorio. L’ago utilizzato è BI, disponibile nelle due versioni pre-assemblate e non.
Per espianto si intende il prelievo di midollo osseo da donatore. La quantità di midollo che viene prelevata varia in rapporto al volume corporeo del ricevente, ma di norma è comunque compresa tra i 700 e i 1000 ml.  Gli aghi utilizzati sono simili a quelli per biopsia; cambia soltanto la cannula che presenta fori laterali in prossimità della punta per una maggior aspirazione del liquido (cod. prodotto BIE).

Vai alla scheda prodotto di BI e BIE

 

 

 

Perché è meglio utilizzare l’ago per biopsia ossea nella versione che permette di evitare la manovra di lussazione?

Il dispositivo BLT, che permette di evitare la manovra di lussazione, garantisce l’estrazione di un campione di qualità migliore poiché lo intrappola al suo interno evitando che possa danneggiarsi.
Evitare la manovra di lussazione significa anche alleviare il dolore del paziente.
Tra i vantaggi per l’utilizzatore, oltre a una maggior sicurezza di prelievo di campione osseo, c’è anche una semplificazione della procedure e una riduzione del tempo impiegato.

Ti interessa questo prodotto? Vai alla scheda prodotto

 

Qual è la differenza tra l’ago PG e l’ago BE?

L’ago PG si utilizza con la pistola Biocut-M ed è la versione più piccola e leggera.
L’ago BE si utilizza con la pistola Biocut-C.

 

Perché scegliere il Biocut tra tutte le altre pistole che sono sul mercato?

Le pistole Biocut sono essenziali sia nel design che nel meccanismo di funzionamento.
La potenza di sparo è molto elevata: queste pistole infatti sparano con una potenza pari a 5Kg.
Hanno inoltre un prezzo moderato che permette un ricarico minimo sull’ago che si andrà a fornire all’ospedale.

Vai alla scheda Biocut.

 

Qual è la differenza tra l’ago BD e l’ago BDS?

L’ago BD è dotato di cannula esterna rimovibile e distanziatore per stero-tassi, mentre il BDS è l’ago nella sua versione semplice.

Approfondisci le caratteristiche tecniche di BD e BDS.

 

Qual è la differenza tra gli aghi BD e BDP?

L’ago BD è dotato di cannula esterna rimovibile e mandrino, mentre il BDP è la sua versione per biopsia coassiale dotato di ago introduttore.
Ha una sola cannula, ma due mandrini di cui uno solidale con l’impugnatura dell’ago a ghigliottina e l’altro nella cannula per l’introduzione.

Vai alla scheda prodotto di BD o BDP.

 

Quali sono i punti di forza della pistola monouso automatica Bioshot?

La pistola Bioshot può essere utilizzata con una sola mano, lasciando l’altra libera per l’eventuale utilizzo della sonda ecografica.
E’ possibile scegliere tra due profondità di campionamento e inoltre l’ago ha due diversi pulsanti di sparo per permettere all’utilizzatore di svolgere la biopsia nella posizione più comoda.
Inoltre, l’ago può essere utilizzato sia come automatico che come semi-automatico,indipendentemente dalla pressione con la quale vengono premuti i pulsanti di sparo.

Vai alla scheda della pistola Bioshot

 

Perché la biopsia al fegato viene fatta con l’ago “tipo Menghini”?

L’ago “tipo Menghini” è dotato di cannula affilata e permette l’estrazione di frustoli di tessuto che vengono trattenuti all’interno della cannula grazie al vuoto creato dal meccanismo di aspirazione.
L’ambito di utilizzo principale è la biopsia epatica perché il fegato è un organo molto vascolarizzato.
Questo tipo di ago è meno traumatico dei trancianti cosiddetti “a ghigliottina”, quindi evita il rischio di emorragie interne e permette l’estrazione di frustoli lunghi e compatti. Usare questo ago significa diminuire il rischio della frammentazione della biopsia,anche in caso di cirrosi.

Scopri di più: vai alla scheda prodotto ME

 

Quali sono i vantaggi dell’ago di Chiba piuttosto che dell’ago di Quinke?

La punta dell’ago di Quincke presenta una doppia inclinazione e quindi consente solo una penetrazione facile e indolore; l’ago con punta tipo Chiba è dotato di una triplice affilatura che permette di seguire una traiettoria dritta all’interno del corpo umano e di evitare la normale curva che si ha con aghi lunghi e sottili di diversa affilatura. L’ago di Quinke è quindi più preciso e difondamentale importanza per tutte quelle applicazioni che richiedono un elevato grado di sicurezza.

Scopri di più: vai alla scheda prodotto ME

 

Qual è la differenza tra l’uncino singolo (cod. IM) e l’uncino doppio (cod.IMX) negli aghi per la localizzazione dei noduli non palpabili al seno?

La tecnica della localizzazione consiste nell’infissione, in prossimità della lesione non palpabile, di un sottile filo metallico la cui estremità, ripiegata ad uncino, scatta (si apre) non appena fuoriesce dalla punta dell’ago guida in cui è inserito, ancorandosi al tessuto mammario.  Durante l’intervento, il chirurgo raggiunge facilmente la lesione seguendo il sottile filo metallico. Dal momento in cui questa guida è inserita al momento dell’intervento di asportazione della lesione, passa del tempo. Se il tempo è breve, è consigliato un uncino singolo. Se il tempo è maggiore, è meglio scegliere un uncino doppio perché un corpo estraneo all’interno del corpo umano tende a spostarsi e quindi necessita di un maggior ancoraggio al tessuto.

Vuoi saperne di più? Approfondisci la scheda di IM e IMX

 

A cosa servono i dilatatori nel kit da galattografia (cod. IDK)?

La galattografia è una particolare radiografia della mammella che serve a studiare i dotti galattofori, che sono le strutture del seno destinate alla produzione del latte materno.
I dotti galattofori non sono in grado di assorbire i raggi X, a meno che non si somministri alla paziente una particolare sostanza chiamata mezzo di contrasto. Per rendere possibile l’iniezione del mezzo di contrasto all’interno dei dotti galattofori, qualora il foro del capezzolo sia molto più piccolo rispetto alla cannula dell’ago, è necessario utilizzare dei dilatatori di varie misure che vengono pertanto forniti nel kit IDK.

Vai alla scheda del kit IDK

 

Perché gli aghi di Verres hanno 4 tipi diversi di punte?

L’ago di Verres ha la particolarità di permettere l’attraversamento, in sicurezza, dei piani parietali del corpo umano, riducendo il rischio di ledere i visceri sottostanti. Infatti, nello spazio libero interno compreso tra le superfici della parete e dei visceri, scatta, in testa d’ago, una protezione di sicurezza a molla, che ottura la parte tagliente dell’ago.
Questo ago vede il suo utilizzo nei drenaggi percutanei di liquidi in interventi di toracentesi e paracentesi.
Le tre tipologie di puntapermettono di soddisfare le esigenze specifiche dell’utilizzatore e sono:
AVA punta aperta con una finestra laterale nel mandrino e foro laterale sulla cannula
ACB punta chiusa e 2 fori laterali
AVC punta chiusa e tre finestre laterali.
Maggiori sono le aperture sulla punta, maggiore sarà la capacità di aspirazione.
L’ago può essere utilizzato anche per l’insufflazione di anidride carbonica durante interventi di laparoscopia.
In tal caso, si preferisce la versione AVC. Per una maggior sicurezza, per questa specifica applicazione, è stata introdotta anche la versione con affilatura 30° (AVCQ).
La punta in questo modo è più resistente e meno traumatica con l’intento di ridurre ulteriormente la piccola quota di rischio correlata al suo impiego.

 

Qual è la ragione per cui gli aghi da ENS hanno due tipi di affilatura?

Gli aghi da ENS funzionano localizzando il plesso nervoso periferico tramite la trasmissione di impulsi elettrici e andando successivamente a somministrare liquido anestetico in sua prossimità. Il pericolo di questo tipo di procedura potrebbe essere di pungere con l’ago il plesso arrecandogli un danno. Questo è il motivo per cui alcuni medici preferiscono aghi non molto affilati (angolo di affilatura 30°) anche a costo di dover utilizzare un bisturi per l’inserimento dell’ago.
Altri medici preferiscono invece un agocon maggior capacità d’inserimento e con la punta più affilata.
La scelta dipende quindi dalle preferenze dell’utilizzatore.
In ogni caso, Biomedical è disponibile a modificare l’affilatura della punta.

 

Perché gli aghi da ENS hanno tre diversi tipi di punte?

Ogni punta ha delle caratteristiche specifiche che però non modificano la funzionalità dell’ago.
La scelta dipende dalla manualità e dalle abitudini specifiche del medico. Avere tre tipi diversi di punte permette a Biomedicaldi soddisfare sempre le esigenze specifiche dell’utilizzatore.

Approfondisci questo tema sulle schede prodotto di  AET – AEC – AEQ

 

Gli aghi da ENS Biomedical possono essere utilizzati con elettrostimolatori di altre marche?

Si, la connessione del cavetto elettrico attaccato all’ago è universale.

 

Qual è l’importanza dell’utilizzo del PTFE come materiale isolante?

Il PTFE ha molteplici proprietà quali l’auto-lubrificazione, l’alta resistenza elettrica, la bassa riflessione della luce, la resistenza alle alte temperature e alle condizioni chimiche estreme. E’ anche biocompatibile. Un aspetto molto importante è infine l’ottima eco-visibilità che questo materiale conferisce ai dispositivi medici su cui è utilizzato.

Per saperne di più, vai alla scheda prodotto di MEP e MEC

 

Perché è preferibile utilizzare l’ago con punta a matita per eseguire un’anestesia spinale?

L’anestesia spinale consiste nell’iniezione di liquido anestetico all’interno della “dura madre”, che è la parte meningea esterna che protegge il midollo spinale.
Si tratta di una membrana molto delicata che protegge uno spazio a pressione positiva. Attraversare la membrana con un ago tagliente può significare danneggiarla e fare uscire il liquor spinale causando cefalee post-anestesia (i dolori lancinanti possono durare per giorni).
Questo è il motivo per cui è preferibile utilizzare aghi privi di bordi taglienti (ago punta a matita) con punta conico ellittica tali da consentire la penetrazione nei legamenti senza il rischio di danneggiarli.

Vuoi saperne di più? Vai alle schede prodotto di MDI e MDIV

 

Qual è l’importanza di utilizzare Snap cioè un dispositivo mono-paziente per somministrare i farmaci in pillole ai pazienti che non sono in grado di deglutire autonomamente?

Le terapie antibiotiche in pillole vengono eseguite in tutti gli ospedali del mondo. Spesso le pillole devono essere somministrate a pazienti che, per motivi patologici o psicologici, si trovano nell’impossibilità di deglutirle. Il personale infermieristico è quindi costretto a ricorrere a soluzioni di tipo “artigianale” per somministrare i farmaci: una soluzione comune consiste nel frantumare la pillola dentro una garza, o con un mortaio, per poi rovesciarne il contenuto in un bicchier d’acqua, aspirarlo con una siringa e iniettarlo nella linea nutrizionale.
In questo caso, anche laddove la non-contaminazione con i principi attivi dei farmaci frantumati precedentemente sia garantita, la quantità di farmaco persa durante le operazioni è rilevante.
In altri casi, quando possibile, il reparto compra i farmaci in fiale, anziché in pillole, per somministrarli tramite iniezioni intramuscolari, ma questo approccio ha due complicazioni:
–    il costo delle fiale, che puo’ superare del 500% quello delle pillole,
–    le svariate controindicazioni delle iniezioni intramuscolari che, secondo le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, dovrebbero essere eseguite solo se necessario.
Il dispositivo mono-paziente che proponiamo, dal nome Snap, si presenta come la soluzione ideale per effettuare una terapia di somministrazione di antibiotici in pillole a pazienti nutriti tramite  sondino o comunque non collaborativi. Si evita così la dispersione del farmaco  e contemporaneamente il rischio di contaminazione derivante dall’utilizzo di altri metodi.

Vuoi saperne di più? Vai alla scheda prodotto di SNAP

 

A cosa serve Janus?

La maggior parte degli esami endoscopici (come TEE – ecocardiografia transesofagea, broncoscopia, gastroscopia, fibroscopia) richiede di passare attraverso la bocca o il naso del paziente per diagnosticare o curare in modo mininvasivo.
E’ impossibile condurre le endoscopie in anestesia generale poiché il paziente deve essere in grado di poter reagire agli stimoli; d’altra parte, le procedure da svegli sono eseguite con sempre minor frequenza a causa dei forti disagi fisici ed emotivi che creano al paziente.
Di conseguenza, la maggior parte delle procedure endoscopiche sono condotte sotto sedazione, talvolta (in base anche alla legislazione in materia specifica del paese in cui vengono eseguite) senza la presenza dell’anestesista.
In questi casi, il rischio di depressione respiratoria è alto; le complicazioni cardio-respiratorie collegate alla procedura hanno un’alta incidenza e conducono alla sospensione o al prolungamento dell’analisi.
Per rendere possibile la ventilazione del paziente in casi di necessità, gli ospedali di tutto il mondo ricorrono alla ventilazione non invasiva.
Le maschere convenzionali per ventilazione non invasiva normalmente non sono dotate di accessi per le sonde.
Ne consegue che, se i pazienti hanno bisogno di ventilazione d’emergenza durante l’esame endoscopico, esso debba essere interrotto. In questo caso, di solito, viene posticipato poiché ripetere immediatamente l’inserimento della sonda potrebbe danneggiare le mucose del paziente o causare perforazioni laringee/faringee.
Si tratta dunque di uno spreco di tempo, di denaro e di un forte disagio per il paziente.
Tale procedura è inoltre pericolosa poiché rimuovere la sonda in caso di depressione respiratoria del paziente richiede comunque tempo.
E’ da tener presente, tra l’altro, che una gran parte di pazienti non possono venir sottoposti a questo tipo di analisi perché i rischi correlati alla procedura sono troppo elevati.
In commercio esistono comunque maschere monouso con l’accesso per la sonda.
Queste maschere devono però essere sempre posizionate sul paziente prima di eseguire la procedura endoscopica affinché possano essere di assistenza in caso di necessità di ventilazione.
Sfortunatamente, dal momento che non è possibile prevedere quali pazienti andranno in insufficienza respiratoria, devono essere messe su tutti i pazienti e la maggior parte andrà dunque sprecata.
Inoltre, le maschere disponibili possono essere utilizzate solo per alcuni tipi di endoscopie, poiché non sono adatte a tutte le sonde sia per posizione che per diametro.
La soluzione di Biomedical è Janus: una maschera per la ventilazione non invasiva applicabile durante la procedura endoscopica in corso solo in caso di emergenza.
Si tratta di un sistema brevettato in grado di permettere di ventilare il paziente intubato sia dal naso che dalla bocca in pochi secondi senza dover rimuovere la sonda o dover interrompere la procedura di analisi.
La nostra maschera è composta dadue parti simmetriche che possono essere divise per posizionarla sul paziente mentre la sonda è già inserita.
Una volta assemblata, presenta sia l’accesso per la ventilazione, sia quello per la sonda già posizionata sul paziente e per l’eventuale sodino per O2.
Non appena la ventilazione non è più necessaria, la maschera può essere aperta e rimossa.
Può essere utilizzata con tutti i tipi e con tutte le misure di sonde.
Inoltre è confortevole per il paziente.
Sicurezza, efficacia e confort per il medico e per il paziente sono così migliorati.
Non c’è il rischio di depressione respiratoria, nessuno spreco di tempo e la riduzione dei costi ospedalieri, la possibilità di sottoporre a procedure endoscopiche un numero sempre maggiore di pazienti, anche quelli ad alto rischio.

Sei interessato a Janus? Scoprine tutti i vantaggi.

 

 

 

A cosa servono i teli termici biomedical?

La produzione Biomedical comprende la linea Biotherm composta da teli termici ad elevata protezione contro l’ipotermia.
Sono predisposti per la fase pre e/o post-operatoria, in fase di pronto soccorso d’urgenza e di trasferimento.
I teli Biotherm sono prodotti monouso non sterili che limitano la perdita di calore per conservare la temperatura del paziente entro i limiti fisiologici.
Il prodotto è concepito e realizzato in modo tale da avere caratteristiche di assorbenza dei liquidi e del vapore sul lato interno, mentre sul lato esterno il telo è idrorepellente.
Questi prodotti riflettono calore ma non la luce e contengono la traspirazione senza eliminarla.
Sono dotati di buona drappeggiabilità e sono antistrappo. Possono essere tagliati a misura senza sfilacciarsi o rilasciare fibre o particelle. Non irritanti, sono anche anallergici e inodore.

Approfondisci le caratteristiche di Biotherm.

 

Quali sono le caratteristiche dei tappeti assorbenti?

La linea di teli comprende anche i prodotti Bioabsorb, speciali tappeti assorbenti in carta speciale e film antiscivolo. La capacità di assorbire i liquidi garantisce l’igiene, indispensabile in sala operatoria.

Vai alla descrizione dei prodotti Bioabsorb.